- Inversione di marcia dei pentastellati
“Il potere logora … chi non ce l’ha”. Questa frase coniata da Giulio Andreotti appare in tutta la sua forza e verità in questi giorni politici che precedono il Natale, ma soprattutto le prossime elezioni di primavera.
L’immagine di austerità e di talebana integrità del Movimento 5 stelle è intaccata dalle recenti parole del suo candidato Premier.
Di Maio smentisce tutto quanto era stato detto dagli esponenti del movimento fino ad oggi. Forse nell’analisi che dalle urne non uscirebbe una maggioranza chiara. Stando al quanto dice il Di Maio apprendista-premier, colui che si è già calato nella parte, le porte saranno aperte ad alleati che fossero disposti ad allinearsi al programma. Esattamente come è sempre successo.
E allora tutti i proclami che servivano a convincere che mai i 5 stelle avrebbero accetato alleati (perché avrebbe significato scendere a compromessi), tutte le altezzose dichiarazioni di diversità … vanno a farsi benedire.
Certo, ci diranno che non è un compromesso. Che gli alleati dovranno ubbidire. Ma ormai sappiamo che non è vero. Non può essere vero. Quando ti manca un voto, specialmente in Consiglio dei Ministri … ci si cala le brache. E Di Maio con questa dichiarazione ha dimostrato di non essere diverso.
Proveranno anche a dirci che lo fanno per la governabilità. Insomma … per noi. Ma anche qui non possiamo essere così boccaloni.
Insomma nella terra dei cachi, il gattopardo la fa da padrone. E anche i 5 stelle hanno dimostrato di voler cambiare tutto … per non cambiare nulla.
Ed ora si apre il teatrino.
Avremo da qui a marzo la solita farsa. Una ridda di false accuse, di a-fondi simulati. Lo chiamano il gioco delle parti, per dare una veste pseudo-culturale ad una vergognosa pantomima. In cui tutti sono nemici di tutti, per poi brindare insieme.
Il passato ci insegna. La Lega che tradì Berlusconi per appoggiare il Centro-Sinistra. E poi ritornare sui suoi passi e diventare nemica degli antichi amici. Ora le discussioni vertono sulla guida della coalizione, e le frizioni si accuiscono.
Hanno tutti una bella faccia tosta a sostenere che non sia questione di poltrone.
Povera Italia!